15 ottobre 2011

Matese

Campo Rotondo, Matese, 2007

Oggi si va un paio di giorni sui monti del Matese, tra la Campania e il Molise, a vedere a che punto è l'autunno. Trascorreremo qualche ora nei boschi e al rifugio Le Janare, insieme agli amici e alla macchina fotografica. Uno stacco necessario in questi giorni di lavoro intenso.


Natalino Russo, Labico.


Musica del giorno: Edoardo Bennato.
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10 ottobre 2011

Francesco Rinaldi


Francesco Rinaldi fotografato da Giulio Bulfoni


Il mio amico Francesco Rinaldi, origini lucane ma naturalizzato campano, si è avvicinato alla fotografia per esigenze archeologiche: doveva documentare i reperti che studiava, e si è attrezzato per farlo. E così, per il gusto di guardare il mondo attraverso una lente, ha fatto dalla fotografia la sua professione. Si è specializzato in reportage e fotografia aerea. Volando a bordo di innumerevoli mezzi, dall'elicottero all'ultraleggero, ha costruito un grande archivio fotografico sui paesaggi e i beni architettonici e storici della Campania. Ha anche collaborato ad alcuni volumi fotografici.

Tra le sue molte attività, vi segnalo un corso di fotografia che terrà a Maddaloni a partire dal 3 novembre, e il lavoro ‘Sacro e profano’, che il 25 novembre sarà ospite di OfCA, Officina Cutillo Architetti, a Caserta in via Cesare Battisti 76.

Fatevi un giro sul sito di Francesco ed esplorate il suo profilo Facebook.




Disco del giorno: Truffe & Other Sturiellett’, di Daniele Sepe.


Natalino Russo, Roma.

6 ottobre 2011

Otoño amigo

Lago del Matese, Campania, 2007

Pare che un'ottobrata così non si vedesse da quasi duecento anni. Questi giorni di sole caldo e aria limpida sono l'ideale per andarsene in giro a scattare fotografie, magari fermandosi in qualche bosco che comincia ad ingiallire. Ma la tastiera attende. E' tempo di testi che non possono più aspettare.

Domani sera all'Auditorium parco della musica di Roma suona Vicente Amigo, un grande del flamenco.


Musica del giorno: quella di Vicente Amigo, evidentemente.


Natalino Russo, Labico.

29 settembre 2011

Sepe al Maschio

Locanda Atlantide, Roma, 2009

Domani sera il Maschio Angioino di Napoli ospita un gran bel concerto. Daniele Sepe produce da anni autentici capolavori musicali, ha la capacità di mettere insieme musicisti di diverse estrazioni e fare concerti strabilianti. Io non sono un esperto di musica, anzi ci capisco davvero poco. Ma mastico qualcosa di esplorazione. E posso dire che Sepe è decisamente un esploratore accanito del panorama musicale partenopeo, mediterraneo, africano e latinoamericano. Attraversa con curiosità e passione molti generi, li guarda con occhi nuovi, ne traccia disegni inediti, ne ricava una musica personalissima.

Sagace, combattivo e resistente, Daniele si è fatto molti nemici per il disco Fessbuk, Buonanotte al manicomio. Sul suo profilo Facebook ha ammiratori sfegatati e ostili detrattori. Molti lo criticano ferocemente, spesso prendendo a pretesto il linguaggio e l'aspetto formale dei suoi testi. Ma pochi hanno provato ad analizzarne seriamente la sostanza. Certo: Sepe ha posizioni severe e modi un po' bruschi, ma sto ancora aspettando che qualcuno, tra i suoi contestatori, parli di contenuti.


Napoli, Maschio Angioino. Venerdì 30 settembre 2011, ore 21.30. Ci saranno: Doris Lavin (Cuba, voce); Auli Kokko (Svezia, voce); Florin Barbu (Romania, voce e chitarra); Roberto Argentino Lagoa (Argentina, voce, flauti e percussioni); Robertinho Bastos (Brasile, percussioni); Marzouk Mejri (Tunisia, voce e darbuka); Alessandro Tedesco (trombone); Peter Di Girolamo (tastiere); Franco Giacoia (chitarra); Gigi De Rienzo (basso); Daniele Chiantese (batteria) e ovviamente Daniele Sepe ai fiati. Ospiti d'onore Shaone (voce) e la Contrabbanda di Luciano Russo.

Peccato, stavolta, non poterci andare.


Musica del giorno: tutta quella di Daniele Sepe.

Villa Ada, Roma, 2010

Natalino Russo, Roma.

25 settembre 2011

Sporca Italia

Napoli, centro storico, 2010

Una tranquilla domenica di settembre. L'autunno non riesce a mandar via l'estate. Lavoro alternato a riposo. Testi da scrivere e rivedere, foto da sistemare. Qualche pagina di un libro che parla di Berlino. Una tazza di tè.

Poi un giro in bicicletta intorno a Labico, per le colline della campagna romana che precedono i monti Prenestini. Strade tranquille, solo parzialmente asfaltate, costeggiano campi arati a perdita d'occhio. Uno steccato, uno stormo di uccelli. Passa un treno in lontananza. Poi silenzio. Si può udire il rumore delle prime foglie che si staccano dagli alberi.

Peccato per la spazzatura che, autentica piaga di questo paese, invade i fossi e le siepi, le scarpate e i greti dei torrenti. E nessuno la rimuove, da anni. Si sbriciola, si ricopre di terra, si assorbe nel paesaggio naturale e lo degrada lentamente.

La gente è sporca, non c'è dubbio. Ma se è per questo lo è un po' ovunque, anche in altri paesi d'Europa. La differenza è che lì, fuori da questa sporca Italia, non passa un giorno senza che le strade vengano pulite e gli eventuali rifiuti rimossi.

Quindi mi domando: cosa pensano i nostri amministratori? Lo considerano un problema oppure non ci fanno più caso? Anzi: c'è stato un tempo in cui ci hanno fatto caso? Oppure per loro è normale, da sempre, vivere tra scarti e detriti di ogni genere?

Non mi riferisco alle istituzioni, entità astratta e inafferrabile; ma proprio alle persone, quelle in carne e ossa: sindaci, assessori, presidenti, amministratori. Quando passano per queste strade (perché non possono non passarci) non si vergognano?

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Ma anche un po' sulla monnezza.


Libro del giorno: Sul guardare, John Berger.


Natalino Russo, Labico.

17 settembre 2011

Compatte

Faggio, monti del Matese, 2006 (Canon G9)

Fotografo usando macchine reflex fin dai tempi della pellicola, quando tuttavia erano disponibili compatte di qualità. La reflex ha sempre consentito maggior controllo, soprattutto sulla profondità di campo. All'epoca erano disponibili macchine di dimensioni piuttosto ridotte, tra cui le bellissime e solide Nikon FM2 ed FE, l'elettronica e veloce F801s, oppure la minuscola Pentax ME Super o la economica Yashika FX3 Super 2000, che consentiva di usare ottiche Contax.

A quei tempi (solo dieci anni fa!) la differenza la facevano obiettivo e pellicola: in una macchinetta con buone lenti mettevi una buona pellicola e il gioco era fatto. Non era difficile produrre foto eccellenti, adatte alla pubblicazione, anche con fotocamere di piccole dimensioni (ad es. Minox o Rollei) e persino economiche (Yashika T4 Super).

Con il digitale questo non è più vero, o almeno per qualche anno non lo è stato: la pellicola è stata sostituita dal sensore, che non è più cambiabile a piacimento. Siamo quindi costretti a utilizzare accoppiate sensore/obiettivo decise dai produttori. Il sensore è parte del corpo; possiamo cambiare soltanto gli obiettivi. Per stare dietro alle evoluzioni tecniche non basta cambiare obiettivo o pellicola, ma siamo costretti a inseguire i nuovi modelli di fotocamere.
E' un cambiamento di prospettiva totale. E ovviamente in questo nuovo corso i produttori ci sguazzano, sfornano nuovi modelli ogni pochi mesi, spesso aggiungendo o variando pochissimo, e qualche volta addirittura togliendo. Quante volte abbiamo visto modelli più evoluti di quelli precedenti ma magari con qualche pulsante in meno? Chi fotografa per lavoro conosce benissimo l'importanza di un rapido accesso ai controlli (tempi, diaframmi, compensazione EV, blocco AE-L, ISO, compensazione flash, etc). Eppure a volte, nei modelli nuovi, questi controlli vengono ridotti.
In sostanza ogni nuovo lancio sul mercato risponde a logiche di marketing, con la conseguenza che dopo ormai oltre dieci anni di fotocamere digitali non esiste ancora un modello poco ingombrante che sia in grado di soddisfare le esigenze dei professionisti.

Certo, qualche produttore sperimenta vie nuove. Un esempio è la Ricoh GXR, compatta a sistema basata su un corpo fisso sul quale si possono installare diversi obiettivi comprensivi di sensore. In questo modo l'interfaccia della fotocamera resta invariata (corpo principale, controlli, schermo LCD) ed è possibile cambiare obiettivo e sensore. Il rapporto prezzo/qualità non è dei più convenienti, ma si tratta pur sempre di una possibilità interessante.

Dopo un iniziale periodo di assestamento, ormai le reflex digitali consentono di produrre fotografie di qualità eccellente, pari se non superiori a quelle in pellicola. Ma questi apparecchi (e gli obiettivi che richiedono) hanno un ingombro, un peso e un'invasività incompatibili con determinate condizioni di ripresa.
Inoltre il mercato delle reflex di qualità è ormai quasi saturo, e la tecnologia dei sensori per reflex ha ben poco di nuovo da esprimere. Aumentare i megapixel non serve. Aumentare gli ISO fa comodo, ma abbiamo già macchine che producono risultati eccellenti (ad es. Nikon D700 e Canon 5D Mark II).

Viaggi, lunghe camminate, reportage, foto in strada o in montagna sono solo esempi di contesti in cui farebbe comodo poter disporre di macchine piccole e leggere, ma di qualità. Schiena e collo ringrazierebbero.
Leica ha prodotto la M8 e la M9, fotocamere a telemetro che seguono il solco della prestigiosa serie M, ma costano uno sproposito, oltre al fatto che la qualità dei file lascia un tantino a desiderare. O almeno non ripaga dell'investimento.



Che alternative hanno, quindi, professionisti e fotografi evoluti che vogliono lasciare a casa la reflex e utilizzare macchine più portatili?

I produttori si stanno orientando verso un nuovo filone, quello delle macchine compatte senza specchio, le cosiddette mirrorless. Negli ultimi mesi se ne parla molto, soprattutto delle APS-C Sony serie NEX, e delle micro4/3 Olympus Pen e Panasonic Lumix G. Non sono ancora prodotti eccellenti, ma alcuni modelli consentono discreti controlli di ripresa, perciò stanno suscitando una certa curiosità tra i professionisti.
Ne parleremo presto su questo blog.

Restano le cosiddette compatte evolute, che negli ultimi anni, pur restando lontane dalla qualità richiesta nel mondo professionale, stanno facendo interessanti passi avanti. Hanno sensori un po' più grandi rispetto ai francobolli delle compatte amatoriali; utilizzando meno pixel, assicurano maggior qualità soprattutto in condizioni di scarsa luce o ISO elevati; consentono maggiori controlli sui parametri di ripresa.

Tra i modelli al top della categoria ci sono sicuramente la Olympus XZ-1 e la Panasonic Lumix LX5. Le sto usando da qualche mese, anche per lavoro. Nei prossimi giorni posterò un po' di considerazioni, sia di carattere tecnico sia di usabilità a seconda delle condizioni di ripresa.

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Olympus XZ1 in versione nera e bianca.
Panasonic Lumix LX5 in versione nera e argento.
Un po' di libri sulla fotografia digitale.

Di tanto in tanto rinnovo la mia attrezzatura fotografica e metto in vendita del materiale. L'elenco aggiornato è disponibile qui.

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Musica del giorno: Cab Calloway.


Natalino Russo, Labico.

16 settembre 2011

Trasporto pubblico

Consultando la mappa dei mezzi pubblici. Berlino, 2011

"E mi raccomando, signora: il giorno dell'intervento si faccia accompagnare, perché non potrà guidare".

L'infermiere consegna alla donna la documentazione, la saluta con gentilezza, chiama il prossimo paziente. Una scena ordinaria, per un ospedale. Peraltro moderno, pulito, efficiente come il San Pietro di Roma. Strutture come questa aprono uno spiraglio nel panorama sconfortante dei servizi pubblici italiani. Finalmente un posto che funziona. È tutto in ordine, non ci sono cartelli scritti a mano e attaccati ai muri usando cerotti, le porte non sono tenute da lacci emostatici slabbrati, le sale d’attesa non sono puzzolenti e buie, le sedie non sono rivestite di scritte e riparate usando garze, i bagni sono puliti. Sembra finalmente di essere in Europa.

Fino a quella frase che l’infermiere, peraltro scrupoloso e cortese, ha detto congedandosi dalla paziente: “Si faccia accompagnare perché non potrà guidare”.
Una raccomandazione ordinaria, per un ospedale. Evidentemente non c’è altro modo di raggiungerlo se non usando l’automobile. O meglio: altri modi non sono contemplati nell’orizzonte mentale di quest’infermiere diligente, di questa signora degente e, purtroppo, nell’immaginazione della maggior parte degli italiani.


("Con l'espressione trasporto pubblico si intende l'insieme dei mezzi di trasporto e delle modalità organizzative che consentono ai cittadini di esercitare il proprio diritto alla mobilità servendosi di mezzi non di proprietà" - da Wikipedia).


Disco del giorno: Goodbike, Tetes de Bois.


Natalino Russo, Roma.

15 settembre 2011

Walter Bonatti (1930-2011)

Reinhold Messner parla di Walter Bonatti al Festival di Trento, 2011

Di ritorno da Berlino, come di consueto, ho sorvolato le Alpi. Era l’ora del tramonto. La luce radente evidenziava le nuvole colmandole di ombre scure. Il movimento dell’aereo le faceva spostare dolcemente. Vi si aprivano forre profonde e cupe, fugaci crepacci che cambiavano lentamente prospettiva, e sul cui fondo si vedevano le cime e le creste, rese anch’esse intense e vicine dalla luce di taglio. Le loro ombre affilate si proiettavano sulle valli sottostanti.

Viste dalla distanza di un aereo, queste montagne sono proprio piccole. Stanno lì, a portata di mano, facilmente raggiungibili, come tutti i luoghi del pianeta in cui si può arrivare volando. Stanno nel cuore del cosiddetto vecchio continente, a poche ore di macchina dalle principali città europee. Ma per chi ci va a piedi sono posti remoti, montagne tra le più difficili. Le montagne di una vita di uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi. Walter Bonatti, nato nel 1930, dedicò gli anni della sua gioventù a scalare montagne difficili, stabilendo primati incredibili. Non fu mai un agonista, eppure primeggiò spesso. Ancora giovanissimo, nel 1954 partecipò alla famosa (e famigerata) spedizione italiana al K2. In quell’occasione sopravvisse a una notte in alta quota, insieme ad Amir Mahdi. Della diatriba nata coi suoi compagni di spedizione, Compagnoni e Lacedelli, si è parlato a lungo.

Dopo la solitaria invernale sulla parete nord del Cervino, Bonatti, ancora trentacinquenne, lasciò l’alpinismo estremo per dedicarsi ai lunghi viaggi avventurosi, che raccontò in libri e reportage memorabili. Per tutta la vita, instancabilmente, ha continuato a inseguire luoghi lontani, a sognare gli spazi aperti e l’avventura come modo di essere.

Chi viaggia e racconta e scatta fotografie, anche se in posti meno difficili, deve molto a quest’uomo. Ma non c’è più tempo per ringraziarlo. Walter Bonatti se n’è andato. Aveva 81 anni e ancora tanti progetti.

Grazie Walter.


Libro del giorno: ovviamente quelli di Bonatti.


Natalino Russo, Roma.

13 settembre 2011

Fotografare

Berlino. Denkmal für die ermordeten Juden Europas

Oggi ero a zonzo per Berlino, al lavoro, sfruttando la coda d'estate che in questi giorni fa sì che pedalare in città sia proprio speciale. Avevo al collo la mia Panasonic Lumix LX5, e pensavo ai motivi per cui me ne vado in giro a scattare fotografie (per diletto, dico, oltre che per lavoro). Forse per capire quale sia il mio stile, cioè per comprendere meglio chi si cela da questa parte dell'obiettivo.

Credo che fotografare secondo uno stile, ovvero applicando quello che si ritiene di avere, sia un approccio sbagliato. Forse è meglio fotografare il più possibile, per poi scoprire, dopo anni o magari mai, se uno stile lo si possiede davvero. Ed eventualmente quale sia.

Ma tra una domanda e una pedalata, anche questo viaggio volge al termine. Domani si torna finalmente a casa, chiudendo un'estate di spostamenti continui. E dopodomani comincia il certosino lavoro di sistemazione di appunti e foto.


Disco del giorno: Zenyatta Mondatta, dei Police.


Natalino Russo, Berlino.

10 settembre 2011

Berlino tre


Sulla S-Bahn tra Südkreuz e Neukölln. Berlino 2011
In questa città comincio a sentirmi a casa. Tuttavia ogni volta che ci torno ho bisogno di un periodo di acclimatazione. Non al luogo in sé, ma a ciò che vi accade. Stamattina ho preso la S-Bahn sul ring, alla stazione di Südkreuz, per andare al mercatino che si tiene tutti i martedì e venerdì in Maybachufer, sulla riva sinistra del Landwehrkanal. Direzione antioraria, quindi, per cambiare a Hermannstrasse e prendere la U8 fino a Schönleinstrasse, praticamente in riva al canale.

In treno c’erano tre ragazze che allestivano set fotografici al volo. Una di loro, magra e alta, indossava una maschera bianca, e assumeva pose a comando. La seconda le scattava fotografie. La terza riprendeva tutto con una videocamera professionale. Lavoravano a qualche progetto artistico o pubblicitario. Alle fermate, gli altri passeggeri entravano e uscivano dal treno, osservavano la scena, sorridevano e passavano oltre. Le tre ragazze continuavano a lavorare indisturbate.

(Mi viene in mente un articolo pubblicato proprio in questi giorni dall’American Civil Liberties Union, ACLU, sui diritti dei fotografi nei luoghi pubblici. Molto istruttivo).

Io, da buon italiano, mi sono messo a guardare. Sicché ho saltato la mia fermata e sono sceso a Neukölln, per poi tornare indietro. Ma a Berlino non è certo un problema: i treni passano ogni pochissimi minuti, e una deviazione come questa non comporta alcun sacrificio. Provateci a Roma…

Mani che danno, mani che ricevono. Türkenmarkt im Maybachufer, Berlino 2011
U-Bahn Schönleinstrasse. Berlino 2011
In questi giorni sto provando un filtro antivento che mi ha spedito la Redhead Windscreens, chiedendomi di provarlo sul mio registratore audio. È rosso, molto carino. Sembra funzionare bene. Appena trovo il tempo faccio una recensione.


Disco del giorno: Live in Berlin di Sting (anche in versione Blu-ray).


Natalino Russo, Berlino.

6 settembre 2011

Prelievo fiscale


Il porto turistico di Talamone, Toscana

Sì, d’accordo: prelevare da chi ha tanto è più giusto che farlo da chi ha poco. Ricchi e ricconi imperversano indisturbati, evasori sfacciatamente evasivi, esibiscono Suv e barconi senza temere alcun controllo. E sarebbe ora di andare a prendere qualcosa anche da loro.

Ma c’è una cosa che, forse per la mia ignoranza, proprio non capisco: è possibile rilanciare un paese in crisi solo ricorrendo al prelievo fiscale e ai tagli? E se poi i tagli sono su istruzione, ricerca, innovazione e infrastrutture, be’, il mio dubbio diventa preoccupazione seria.


Disco del giorno: Nothing like the sun, di Sting.


Natalino Russo, Talamone (Toscana)

2 settembre 2011

Fuori fuoco

Al Bagno delle donne. Talamone, Toscana.
La settimana appena conclusa è trascorsa al mare, con spostamenti e sguardi a corto raggio. Pedali e letture. A volte la miopia fa comodo: sfili gli occhiali e ti ritrovi in un mondo ristretto, metti a fuoco soltanto ciò che è vicino. Isolato dal contorno, puoi finalmente concentrarti sulle cose che hai scelto. Ad esempio su un buon libro. Tra quelli caricati sul mio Kindle ne ho scelti due: Il quaderno di Saramago e I promessi sposi di Manzoni. Si è trattato di riletture.

Quello di Saramago è una raccolta di post che l'autore aveva pubblicato nel suo blog nel corso del 2008. Lo avevo seguito occasionalmente, ma mi mancava la versione completa. Quanto al secondo libro, be', non ha certo bisogno di presentazioni. L'ho riletto per la terza volta, e ho provato un segreto piacere man mano che entravo nei dettagli e nei personaggi di questa narrazione magistrale.

Forse è così che occorre fare coi grandi libri: riprenderli in mano ogni decina d'anni. Magari avendo cura, prima, di sfilare gli occhiali.  


Disco del giorno: Riccardo Tesi & Banditaliana.


Natalino Russo, Talamone (Toscana).

31 agosto 2011

Caserta, Argentina

Mangalavite, Servillo e Girotto. Orbetello, fine agosto 2011
Ieri sera grande concerto del trio Girotto, Servillo, Mangalavite. Fiati, voce e piano, nell'ordine. Orbetello, musica di fine estate. Ora io non sono un amante del calcio. Detesto la caciara e la zuffa commerciale e finanziaria che gira intorno a questo mondo, a livello ormai globale. E, guarda un po', il filo conduttore della serata era proprio il pallone: le grandi partite e i giocatori dell'America del Sud, Napoli, Maradona.

Ma il genio musicale di Javier Edgardo Girotto e Natalio Luis Mangalavite è sufficiente a farmi piacere anche questo. (Tra l'altro, tanto per aggiungere una nota di personale sentimentalismo, Mangalavite si chiama quasi come me e mio fratello messi insieme). E Peppe Servillo è davvero magico. Lo seguo da anni. Lo ascolto in macchina, a casa, in viaggio. Lo ho citato anche nel mio primo libro sul Cammino di Santiago. Non soltanto perché è casertano come me, ma perché ha la lacrima di Pierrot e la drammaticità di De Filippo, la sagoma di Totò che è poi la sagacia di chi la sa lunga, il genio di Napoli e la vita vissuta di Caserta, la musica e la voce e l'anima di una persona che sa vedere e raccontare il mondo. Dentro le sue vene, ne sono sicuro, scorre un sangue speciale.

Rileggo quello che ho scritto e noto che - ohibò - qualche rigo fa, proprio qui sopra, mi sono definito Casertano. Lo confesso: è la prima volta. Solitamente ho rifuggito, dribblato, evitato discretamente questa definizione. Mi sono detto sannita, matesino, caiatino, napoletano, in qualche rara occasione, sforzandomi, ho ammesso di essere volturnino o alto-casertano. Ma mai così: semplicemente Casertano.

Ora è come se avessi ritrovato un'identità perduta, quella dell'infanzia e del tempo passato nella terra che amo. E il piacere di dichiararlo a testa alta, con dignità e fiducia nel futuro. Sembra una sciocchezza, ma per chi è nato in quella terra non è cosa da poco. Lo devo a Peppe Servillo.

Qui libri e musica.


Natalino Russo, Orbetello.

28 agosto 2011

Un post al sole

In bicicletta fra Talamone e Fonteblanda. Toscana, Italia.

Al mare in Toscana. La sponda meridionale del Mediterraneo dista da qui qualche chilometro in più rispetto alla distanza che la separa dalla Sicilia, o dalla Calabria o dalla Campania. Ma è pur sempre un posto vicino. La Libia è molto prossima all’Italia. E se la metafora – in questo frangente – non fosse di pessimo gusto, si direbbe che quel paese è a un tiro di schioppo da questo.

27 agosto 2011

Ignoranza e bugie


Murales al Mauerpark, Berlino 2011
A breve ricorre il decimo anniversario dell’attentato alle Twin Towers. Qualche giorno fa su Repubblica è apparso il racconto di un uomo che ha vissuto quei momenti da protagonista. Al momento degli schianti non si trovava a New York, ma era il presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush.

12 agosto 2011

Speleomatese 2011

Materiali stesi ad asciugare nei pressi di Pozzo della Neve, agosto 2004
Comincia anche quest'anno il campo speleo sui monti del Matese. Dieci giorni di esplorazione e condivisione, serate intorno al fuoco, idee e progetti. Abbiamo iniziato quest'avventura nell'estate del 2008, mettendo insieme speleologi di più gruppi, e costruendo poco a poco il Collettivo Speleomatese. Questa montagna conosce storie incredibili, e talvolta le racconta. Dopo un silenzio durato anni, ha ripreso a narrare...


Natalino Russo, Monti del Matese.

6 agosto 2011

Mobilità berlinese

La stazione di Alexanderplatz al Loxx (Berlino in miniatura, Alexa shopping center)
Questa città ha un sistema di trasporti che a prima vista, per uno che arriva dall'Italia, risulta impressionante. Ma che a pensarci meglio dovrebbe essere la normalità per ogni metropoli. La città, e in generale la Germania, ha investito guardando lontano. Soltanto miopia, provincialismo e pressapochismo possono suggerire tagli in settori cruciali come i trasporti, la sanità, l'istruzione, la cultura, la giustizia. Ma questo accade in Italia. Berlino invece, nonostante il deficit spaventoso delle casse comunali, continua a investire in questi settori. E in un paio di decenni è diventata una delle città più moderne del mondo.

Il modo di spostarsi ha qualcosa a che vedere col successo di Berlino, che ormai ha preso il posto che fu prima di Parigi, poi di Londra, poi di New York. Checché ne dicano i berlinesi più radicali, qui il traffico automobilistico è ridotto al minimo: la maggior parte della gente si sposta coi mezzi pubblici o in bicicletta. Ed è un vero piacere pedalare per chilometri su piste ciclabili che attraversano incroci, zone affollate, cantieri, senza subire la minima interruzione. Normale. Ma non per un italiano.


Natalino Russo, Berlino.

1 agosto 2011

Temporale a Kreuzberg

Bergmannstrasse, Kreuzberg, Berlino. Agosto 2011

Temporali e schiarite qui a Berlino. Finalmente non più quella pioggerellina ininterrotta e snervante che nell’ultima settimana ci è penetrata fino alle ossa. È quindi il momento giusto per passare dalla U-Bahn alla bicicletta.

31 luglio 2011

Plin plin spash

Sotto la porta di Brandeburgo, aspettando che spiova. Berlino, giugno 2011.
Piove ininterrottamente da quattro giorni. Dovrei verificare diversi itinerari in molti quartieri della città, ma con questa pioggia è davvero difficile. Fa anche fresco. Così, insieme a Manuela, ne approfittiamo per fare sopralluoghi nei principali musei. Davvero notevoli, anche se eccessivamente affollati.

Domani il tempo dovrebbe migliorare. Riusciremo a fare qualche itinerario in bicicletta?


Natalino Russo, Berlino.

29 luglio 2011

Cinema e terrore

Berlino, Boulevard der Stars, giugno 2011
A Berlino, per lavorare a una guida turistica. La foto non c'entra nulla, o quasi, con le cose viste e fatte oggi. Abbiamo dedicato la prima parte della giornata alla memoria storica del Novecento berlinese (e tedesco), con la visita al centro di documentazione Topographie des Terrors. Un posto che chiunque venga in questa città dovrebbe vedere, per comprendere quanto diffusa fosse l'accettazione sociale di un'ideologia tanto aberrante. E i metodi usati per diffonderla: la propaganda e il terrore, appunto.

Ma la giornata è stata molto fitta e non ho la necessaria lucidità per parlare di argomenti così seri.

Tra l'altro il lungo giro di sopralluoghi ha toccato anche posti meno impegnativi, come il museo del cinema e quello della fondazione Newton (fotografia).


Natalino Russo, Berlino.

24 luglio 2011

Berlino due

Berliner S-Bahn, stazione Stadtmitte. Giugno 2011
Oggi si parte per Berlino, insieme a Manuela. Viaggeremo in macchina attraverso la Germania, per arrivare dopodomani nella capitale. Dopo una prima puntata a giugno, questo è il secondo sopralluogo per scrivere la guida della città. Saranno dieci giorni di lavoro intenso, in uno dei posti più animati e mutevoli d'Europa.


Natalino Russo, Roma.

23 luglio 2011

Gorgo norvegese

Il Maelström a Straumen, Norvegia
Oslo: novanta morti per mano di uno squilibrato fondamentalista religioso. Sconcertante, senza dubbio. Ma ancora più sconcertante è la prima reazione, quasi istintiva, di alcuni giornali di destra italiani, che hanno frettolosamente titolato: Siamo ancora sotto attacco. Sono sempre loro, gli islamici. Salvo poi scoprire che no, islam manco per niente: l'assassino è un norvegese, estremista di destra, fondamentalista cristiano e anti-islamico.

Oggi i norvegesi, tra i più aperti e multiculturali popoli al mondo, si sono svegliati con sullo stomaco un doppio peso.


Natalino Russo, Labico.

22 luglio 2011

Di passaggio per casa

Al porto della Corricella, Procida
Dopo Procida, prima di Berlino. Due giorni chiuso in casa, legato alla scrivania, per sistemare le foto scattate sull'isola e programmare quelle da fare in Germania. Disfo una borsa e ne preparo un'altra. Tiro fuori qualche libro e ci infilo le guide e le mappe di Berlino. E appunti e informazioni e liste di cose da fare. Mi attendono due settimane di lavoro intenso.


Natalino Russo, Labico.

Charging...

Camera con vista. Rosa dei Venti, Procida, giugno 2011
Procida è incantevole. E ogni volta che ci torno scopro qualche posto nuovo. Uno di questi è casa di Gianni e Rossella, amici procidani che gestiscono il Residence Rosa dei Venti. Nel cuore della contrada Cottimo, su una scogliera affacciata sul mare, tra limoni e vigneti di Falanghina, è il luogo ideale dove ricaricare le batterie.

Natalino Russo, Procida.

15 luglio 2011

Aria di casa

Alto casertano, 2008
Ho trascorso gli ultimi due giorni con mia mamma e mio papà, nei posti in cui sono cresciuto: Caiazzo e la sua campagna. Ogni volta che ci torno, qui ritrovo lo spazio per guardare lontano, la serenità per scavare nel passato.

Sono appena tornato dal Messico, portando un nuovo carico di fotografie e ricordi. Eppure questa campagna riesce a emozionarmi ancora.


Natalino Russo, Caiazzo.

11 luglio 2011

Volver

In cerca di grotte presso la colonia Adolfo López Mateos, Chiapas, Messico
Città del Messico. Piove a dirotto e questa metropoli, che già di per sé è un mostro perennemente intasato di traffico, stasera è paralizzata da decine di allagamenti.

Questo che sta per finire è stato un viaggio intenso. Un giro di sopralluoghi, riunioni, progetti per i futuri lavori dell'associazione La Venta in Chiapas. Rientro in Italia da solo. Tullio si ferma ancora qualche giorno.

Mi attende un lento ritorno, che farò con la tristezza nel cuore per la perdita del caro Nino, amico prezioso. Se n'è andato stanotte, mentre era in uno dei posti che ha amato di più: la Sardegna. Rientravamo lo stesso giorno. E, come sempre, ci saremmo scambiati racconti e fotografie.


Natalino Russo, Città del Messico.

6 luglio 2011

A long, long way

Sorvolando la Florida
Chiapas dulce Chiapas. Stavolta è stato un lungo viaggio. Più del previsto. Uscito di casa alle 15 di lunedì, metto piede in albergo alle 21 di martedì. Trenta ore, che sommate alle sette di fuso orario fanno trentasette ore di spostamenti.

Non che di per sé sia un viaggio breve. Soltanto di voli sono sedici ore: Roma, Madrid, Città del Messico, Tuxtla Gutiérrez. Con trasferimenti e attese diventa facilmente una cosa da oltre ventiquattro ore. Stavolta ci si è messo un ritardo del volo da Madrid a Città del Messico: previsto per mezzanotte, è stato spostato alle otto del mattino. Siamo stati trasferiti in un hotel di Madrid, dove abbiamo chiuso occhio per circa tre ore, prima di essere buttati giù dal letto, alle cinque in punto, dalla diligente sveglia automatica in camera. Giusto il tempo di fare una doccia e di ricaricare le batterie (soprattutto quella del portatile). Le altre non è che si siano caricate granché.

Oggi alle quattro del pomeriggio avevamo una prima riunione di lavoro, che ovviamente è saltata. Se ne parla domani. Ora l’oggetto del desiderio è il letto di questo hotel di Tuxtla, il Casa Kolping, base delle recenti spedizioni La Venta.


Natalino Russo, Tuxtla Gutiérrez, Chiapas, Messico.

4 luglio 2011

Viaggio lampo in Messico

Boca del Cielo, Chiapas, novembre 2010
Oggi parto per un viaggio lampo in Chiapas, Messico, per pianificare le future spedizioni dell'associazione La Venta. Viaggerò con Tullio Bernabei. Faremo incontri istituzionali utili a progettare il lavoro nelle nuove grotte trovate in selva lo scorso aprile, e a portare avanti progetti di divulgazione e tutela ambientale. Incontreremo il direttore della Reserva de la Biosfera Selva El Ocote, sindaci dei diversi centri dell'area, rappresentanti delle comunità locali. Molte cose bollono in pentola.

Natalino Russo, Labico.

28 giugno 2011

Speleologia n. 64

Antonio Orsini nel Sifone di Ghiaia (-700), Pozzo della Neve, Matese, Italia
Fresco di stampa il numero 64 di Speleologia, rivista della Società Speleologica Italiana. Segnalo alcuni articoli.

27 giugno 2011

Italiani(tà) a Berlino

Graffiti su un frammento di Muro al Mauerpark, Prenzlauerberg, Berlino
C/O Berlin (Oranienburges Strasse 35) è per un fotografo uno dei posti più affascinanti di Berlino. Ospitato dal 2000 nel Postfuhramt - l'antico ufficio postale reale - oggi è una struttura dedicata interamente alla fotografia e alla comunicazione visuale. I suoi ideatori hanno inteso dare vita a una sorta di Forum Internazionale di Dialoghi Visivi. Davvero consigliato a chiunque ami la fotografia.

Peccato che tra qualche mese il centro si trasferirà. E ancora non si sa dove.

A pochi metri da lì, in un bar della Tucholskystrasse, ho preso un caffè con Holger, giovane berlinese, ottimo conoscitore dell'Italia e appassionato di cultura italiana. Per restare in contatto col nostro paese, Holger si è inventato Cicerone Berlino, un'agenzia che si dedica ad accompagnare italiani alla scoperta della capitale tedesca. Ha coinvolto in quest'avventura diversi ragazzi e ragazze italiani, e i clienti sono molto soddisfatti.

Grazie Holger e grazie ai tuoi collaboratori per l'aiuto che mi darete nel mio lavoro sulla guida di Berlino.

23 giugno 2011

Dopo Berlino

Ciò che resta del Muro al Mauerpark, Prenzlauerberg, Berlino

Per qualche giorno non ho aggiornato il blog. Quelli berlinesi sono stati giorni convulsi, pieni di appuntamenti e chilometri macinati a piedi: sto lavorando a una guida della città, quindi avevo strade da percorrere, musei da controllare, angoli di città da scoprire, persone da intervistare.

A Berlino ho molti amici, che di tanto in tanto vado a trovare. Ma, forse per pigrizia, esco di rado dai giri collaudati. Negli ultimi anni ho frequentato soprattutto i quartieri di Kreuzberg e Schöneberg. Stavolta invece, oltre al classico Mitte e alle mete turistiche classiche, ho esplorato Prenzlauerberg e Neukölln, ho guardato la città dall’alto della Fernsehturm e del Panoramapunkt di Potsdamer Platz, ho imparato a conoscere parchi e angoli meno noti, mi sono chiarito le idee sulla topografia della città, ho organizzato mappe e itinerari che mi serviranno per il lavoro dei prossimi mesi.

Ci tornerò ancora. La redazione di una guida (peraltro di una città tanto grande) è un lavoro lungo e meticoloso, che richiede sopralluoghi e verifiche. Ma ha i suoi vantaggi, e tra questi c’è il piacere - o se vogliamo il lusso - della scoperta.

Grazie a Massimo, Wibke, Francesco, Ananda e Michele per aver sopportato le mie domande e curiosità, per avermi riempito di consigli utili, per avermi tradotto una lingua a me incomprensibile, per avermi ospitato.

3 giugno 2011

Una settimana a Berlino

Nel centro storico del vecchio paese di Erto (Pordenone, Italia)

Sono in partenza. Sì, lo so: il luogo in cui ho scattato questa foto non c'entra nulla col posto in cui sto andando.

I giornali lanciano l'allarme batterio killer. E io oggi vado a Berlino. Qualche anno fa avevo una cagnolina minuscola e buffa di nome Escherichia. Forse è anche per questo che il nome del ceppo batterico incriminato mi ispira una certa simpatia. Starò a Berlino una settimana, su incarico di un editore, in cerca di foto, notizie e aggiornamenti. Vado in una città che mi è cara, e che cambia continuamente. E dove ho molti amici.

Grazie ad AirBerlin per il supporto!

1 giugno 2011

Slow sync

L'apertura del servizio
Durante una delle ultime spedizioni La Venta in Chiapas mi sono ritrovato a fotografare in situazioni alquanto scomode. Nell'umido della foresta o sotto la pioggia, oppure in grotta, tra laghi e fango. Si tratta di ambienti affascinanti, ma che mettono alla prova la pazienza del fotografo, oltre - ovviamente - all'attrezzatura.

30 maggio 2011

La Venta su Geo n. 66


Il numero 66 di Geo Italia (giugno 2011), in edicola in questi giorni, ospita un mio servizio sulle esplorazioni dell'associazione La Venta in Chiapas, con interviste a Tullio Bernabei, Tono De Vivo, Gaetano Boldrini, Davide Domenici, Francesco Sauro, Gianni Todini. L'articolo, di 16 pagine, è illustrato da foto mie e di altri fotografi che hanno partecipato alle spedizioni. Tra questi: Tullio Bernabei, Ciccio Lo Mastro, Giuseppe Savino, Tono De Vivo, Vittorio Crobu, Filippo Serafini, Paolo Petrignani.

La foto di copertina è di Paolo Petrignani.























Pisapia sindaco

Manifesto di Giuliano Pisapia, candidato sindaco di Milano, 2011
Comunque la si pensi, l'elezione di Pisapia a sindaco di Milano segna un punto di confine nella storia politica della città. E probabilmente dell'Italia.

27 maggio 2011

Un passo avanti?

Viale Corsica, Milano. 17 maggio 2011
In questi giorni Milano è come sospesa. I milanesi attendono l'esito del ballottaggio per capire se la città farà un passo avanti oppure no. Attesa e passeggiate pensierose. Non solo per i milanesi.

25 maggio 2011

Impedimento illegittimo


Il decreto Omnibus approvato ieri ricorrendo per l'ennesima volta alla fiducia è un ulteriore atto immorale, teso a togliere forza ai Referendum del 12 e 13 giugno.

24 maggio 2011

Pallone e Cervino

La vetta del Cervino/Matterhorn (4478 m) spunta dalle nuvole 
Valle d'Aosta, 25 aprile 2011. Il team di Charbonnier Mongolfiere ci invita a fare un volo.

22 maggio 2011

Cave of forgotten dreams

Herzog al lavoro (foto: gentile concessione del Trento Filmfestival)

CAVE OF FORGOTTEN DREAMS
Regia di Werner Herzog
95' - Stati Uniti/Francia, 2010

24 febbraio 2011

Dove va l’Italia?

Una strada nel sud della Tunisia

In un post di circa un mese fa guardavo ai fatti della Tunisia e pensavo alla sorte di persone conosciute laggiù durante un recente viaggio in cerca di grotte. Mi domandavo che direzione stessero prendendo, quelle persone e il loro paese, con la protesta che montava.

4 febbraio 2011

Tentativo a Cul di Bove

All'uscita della grotta provvisoriamente chiamata Dolina del Contatto. Roberto Pettirossi si toglie l'imbraco infangato mentre Paolo Turrini rifila la corda

Barcelona, il 2011 è appena cominciato. Subito dopo capodanno, bighelloniamo per la città. Di giorno per musei, mostre e case di Gaudí; di sera esplorando i localini del quartiere Gracia. Stiamo giusto bevendo una birra quando squilla il cellulare di Luigi: è Paolo Turrini che, pieno di entusiasmo, racconta novità dal Matese.