Murales al Mauerpark, Berlino 2011 |
A breve ricorre il decimo anniversario dell’attentato alle Twin Towers. Qualche giorno fa su Repubblica è apparso il racconto di un uomo che ha vissuto quei momenti da protagonista. Al momento degli schianti non si trovava a New York, ma era il presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush.
Poi, se non vi fosse chiaro il calibro del personaggio, leggetevi anche il pensiero di Jose Saramago:
Mi chiedo come e perché gli Stati Uniti, un paese grande in tutto, abbia avuto tante volte presidenti tanto piccoli. Di essi, George Bush è forse il più piccolo. Intelligenza mediocre, ignoranza abissale, espressione verbale confusa e permanentemente attratta dall’irresistibile tentazione del puro sproposito, quest’uomo si è presentato all’umanità nella posa grottesca di un cowboy che avesse ereditato il mondo e lo confondesse con una mandria di buoi. Non sappiamo quel che realmente pensa, non sappiamo neppure se pensa (nel senso nobile della parola), non sappiamo se non sia semplicemente un robot mal programmato che confonde costantemente e scambia i messaggi che ha registrati dentro. Ma, onore gli sia fatto almeno una volta nella vita, c’è nel robot George Bush, presidente degli Stati Uniti, un programma che funziona alla perfezione: quello della menzogna.
Da “George Bush, o l’era della menzogna”, ne “Il Quaderno”, Jose Saramago, Bollati Boringhieri 2009.
Natalino Russo, Berlino.
Natalino Russo, Berlino.
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