24 gennaio 2008

Urgenza, non emergenza


Può un’emergenza durare anni? In questo paese, distratto dalle farneticazioni del papa e ammorbato dagli sconfinamenti tra diversi poteri dello Stato, non c’è riposta per domande del genere. Anni fa un mio amico ripeteva spesso che l’Italia è il luogo del provvisorio definitivo.

Inseguendo la precisione lessicale cui facevo riferimento nel post di ieri, riporto la definizione del De Mauro. Emergenza: improvvisa difficoltà, situazione che impone di intervenire rapidamente. A questa definizione di alto uso segue quella obsoleta, che fa riferimento a una circostanza imprevista. In entrambi i casi il termine indica una situazione intervenuta improvvisamente, quindi poco prevedibile, o comunque rispetto alla quale non c’è stato il tempo o il modo di prepararsi.

La situazione dei rifiuti in Campania non è né improvvisa né imprevista. Quindi non è per niente un’emergenza. Tuttavia la situazione è grave, e richiede un intervento immediato. E' quindi piuttosto un’urgenza.

A quanto pare, nel sentire comune la differenza tra questi due termini non è del tutto percepita. La confusione lessicale, alimentata anche dalla superficialità con cui la stampa affronta la questione, contribuisce a non risolverla; solleva i politici dalle loro responsabilità, e li fa permanere in quella sospensione di ottimismo e possibilismo, collusione e corruzione che ha seppellito la Campania di spazzature di ogni genere.

A chi avesse voglia di approfondire questa situazione grave e vergognosa suggerisco di leggere l’articolo di Gabriella Gribaudi sull’ultimo numero della rivista Il Mulino. Un’anticipazione del pezzo è disponibile qui.


(Immagine: “La cassetta dei rifiuti”. Wolfango, 1968. Acrilico su tela, cm 302 x 210. Copyright www.wolfango.net)

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