16 luglio 2007
Lux
Madame e madami, benvenuti in Campania. Questa è una regione strana. La sua storia fa invidia persino ai nostri più vicini confinanti, ricchi di glorie e fasti che hanno segnato il mondo intero. Eppure capirla è difficile.
Una terra alla luce del sole. Così l’ha definita la società di marketing incaricata di curarne l’immagine. Questa frase deve essere il risultato di uno studio attento e di accurate selezioni tra altre frasi candidate, schizzate fuori dalle meningi di esperti creativi; rappresenta la sintesi perfetta di una rimozione. Noi qua i problemi non li affrontiamo, li rimuoviamo. Li copriamo coi cartelloni pubblicitari di una campagna di marketing.
Se ci pensate bene, madame e madami, la Campania ha alcuni aspetti che con la luce del sole non hanno niente a che vedere. Il modo in cui vengono fatte certe scelte che puntualmente si riflettono sulla vita della gente, e le sale, gli ambienti in cui queste decisioni vengono prese, la luce del sole forse non l’hanno vista mai.
Una terra alla luce del sole. Era indispensabile specificarlo, ribadirlo, ricordarlo. Funzione memo. Appunti vocali. L’allusione, o la collusione, con il linguaggio della politica è fin troppo evidente. La frase ideata dai creativi risponde a un’esigenza della politica che arranca, prima ancora che a una necessità dell’industria del turismo. Nasce da una rimozione inconscia; non serve ai potenziali visitatori, ma a noi che in Campania ci viviamo, e che della purezza del suo sole non siamo del tutto convinti. Perciò non andava bene l’altra, più scarna e a quanto pare ben collaudata, che recita semplicemente: Campania felix.
di
Natalino Russo
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